The floating pears: un’esperienza straordinaria

“La pennellata”  giallo-oro che l’artista bulgaro, Christo Vladimorov Yavachev, compone sul lago d’Iseo si intravvede in tutta la sua bellezza  lungo il tratto della statale che , passando a nord di Sulzano, porta in Franciacorta.   Sulla nostra sinistra si può godere la totale visione di quello che  questo  artista visionario  ha disegnato tra i paesini di Sulzano, Sensole e l’isoletta di San Paolo. Tre luoghi caratteristici di questa isola lacustre,  utilizzate in una  operazione artistica che si rifà alla cosiddetta Land Art. Esperimenti artistici che si inscrivono nel paesaggio  che viene  in questo modo reinterpretato assumendo una “nuova anima”.

 Christo fa parte di una folta schiera di artisti che intervengono direttamente sul territorio naturale e in spazi incontaminati come i deserti, i laghi salati, le praterie e i  monumenti già esistenti.

Il nostro pullman si sta dirigendo  a Sale Marasino dove la  cabina di regia del  Floating pears for lake Iseo ci ha assegnato l’area di sosta.  Le espressioni di esclamazione  si sentono in tutto il pullman e qualcuno/a inizia già ad estrarre la macchina fotografica.

I contatti con il comitato di coordinamento dell’organizzazione sono stati continui e intensi.  Sapevo che a Sulzano, punto di inizio della passerella,  il traffico sarebbe stato interrotto ed era necessario trovare insieme a loro  la soluzione migliore per il nostro gruppo fatto di persone un po’ speciali.   Nel pullman ci sono malati, familiari e volontari. Quarantotto persone, donne e uomini di età compresa tra 42 e 78 anni.  Ultima tappa  del laboratorio intitolato “i viaggi della LILT”. Dieci viaggi fatti a piedi nella città di Milano ma, quest’anno,   anche lungo l’Adda e il lago d’Orta in Piemonte.  I pazienti che compongono il gruppo fanno parte dei vari laboratori di ArtLab, l’iniziativa che la Lega Italiana per la lotta contro i tumori,  organizza per i pazienti in trattamento per patologia neoplastica e per i loro familiari. Una serie di laboratori (yoga, teatro, cinema, computer, pittura,  ecc ecc) che si propongono di rendere più sostenibile il tempo delle terapie che solitamente  è difficile e molto stressante.

Da alcuni anni coordino il laboratorio sui viaggi. L’intento è quello di migliorare la qualità della vita dei pazienti attraverso il movimento fisico e il valore terapeutico della bellezza e dell’arte.  Il World Cancer Research Fund International, il Codice europeo Contro il Cancro e la stessa LILT sottolineano costantemente la necessità di rispettare alcune norme per ridurre il rischio di ammalarsi di tumore. Non fumare, non eccedere negli alcolici, mangiare in modo sano e svolgere attività fisica sono solo alcune di queste raccomandazioni che devono essere maggiormente rispettate da coloro che si stanno  curando per un tumore o che sono in controllo.

 Il laboratorio sui viaggi è pensato per rendere concrete queste raccomandazioni. L’attività fisica ha notevoli effetti benefici  sia fisici che psicologici.   Una revisione della letteratura, su quasi 15.000 articoli e/o ricerche,  fatta da un gruppo di ricercatori dell’Università di Edimburgo sottolinea che camminare in modo regolare diminuisce i sintomi depressivi del 14% . Inoltre l’attività fisica stimola il corpo stesso a produrre sostanze oppiacee (chiamate endorfine)  che innalzano la soglia del dolore, provocano buon umore, favoriscono il sonno, regolano l’attività intestinale e abbassano i livelli d’ansia. La depressione  e l’ansia sono i sintomi prevalenti tra i malati oncologici e non possiamo delegare la gestione di questa sintomatologia soltanto ai farmaci. Per questa ragione il laboratorio sui viaggi organizza dei piccoli trekking con la possibilità, durante il tragitto, di visitare monumenti, chiese e/o aree di particolare interesse turistico. L’arte in generale è un potente strumento terapeutico in quanto espressione di memoria, speranza, dolore, riequilibrio, conoscenza di sé, crescita e bellezza. In poche parole l’arte, spesso,  è l’espressione umana che  più  si avvicina al senso stesso della vita.

Gli uomini e le donne che compongono il gruppo  hanno storie cliniche e patologie molto diverse. C’è chi ha appena fatto l’intervento chirurgico, chi sta finendo la chemioterapia, chi concluderà a breve la radioterapia, chi ha fatto da qualche giorno la terapia con anticorpi monoclonali. Un discreto numero di donne è in terapia ormonale che accompagnerà la loro vita per qualche anno. Diversi  sono il follow-up. Oltre ai pazienti ci sono  familiari: un figlio, tre mariti, un’amica. L’età media è piuttosto alta, d’altra parte la patologia oncologica colpisce prevalentemente gli adulti. Molte/i si conoscono perché frequentano altri laboratori oppure perché hanno seguito il programma annuale dei viaggi. Tuttavia c’è anche chi si è aggregato per la prima volta.

L’appuntamento davanti agli uffici della Lega Tumori, in Piazzale Gorini, coincide sempre con un rumoroso chiacchericcio e tanti baci e abbracci. C’è eccitazione ed entusiasmo. Il piacere dello stare insieme e della condivisione. L’esperienza della malattia per i nostri malati è anche questo: tante difficoltà e fasi difficili ma anche tanti momenti divertenti e sereni.

Per essere sicuri di non dimenticare nessuno, prima di partire, come di consueto , facciamo l’appello. Sono presenti tutti/e  e possiamo avviarci. Il programma della giornata ha elementi di complessità perché c’è chi mangia in ristorante e chi al sacco; chi cammina e chi no; chi si ritrova in piccoli sottogruppi e chi è solo; chi è più socievole e  chi è intimidito.  Le variabili sono tante ed è necessario tenerle tutte presenti.

Il programma prevede che  le persone che fanno fatica  a camminare prendano la navetta che collega Sale Marasino a Sulzano; mentre  quelli/e più in forma possono percorrere il tragitto a piedi rispettando quello che è il principio ispiratore di tutto il programma viaggi. Tre chilometri di passeggiata salutare lungo l’antica via Valeriana che anticamente collegava Brescia alla Valle Camonica. Sostanzialmente chi è più in forma , ha la possibilità di camminare (tra il sentiero e la passerella) per quasi 10 km mentre il gruppo con più problemi fisici  può muoversi soltanto in un tragitto di circa 4 km.  Durante il viaggio spiego dettagliatamente le due opzioni e raccolgo i nomi di quelli che camminano poco. Alla fine della consultazione realizzo che dieci  persone andranno in navetta e tutti gli altri a piedi.

“A Sulzano c’è una coda di tre ore. Vi consiglio di prendere il traghetto qui a Sale Marasino, di andare a Carzano e raggiungere la passerella a piedi. Ci sono migliaia di persone e può essere per voi molto difficoltoso”. La comunicazione del vigile che ci accompagna al parcheggio del pullman mette in discussione tutto il programma prestabilito.

 Il martedi 21 giugno sulla passerella galleggiante adagiata sul lago d’Iseo c’erano ottantamila persone che hanno mandato in tilt i traghetti, gli albergatori e tutti i servizi di assistenza ai cittadini.

In mezzo a tanto caos ma anche  entusiasmo, divertimento, curiosità, colori, sole e caldo il nostro gruppo si è disperso e diviso tra la folla:  “sono davanti al cartello dove c’è scritto Peschiera. Da che parte devo andare?”; “Mi sono persa e non vedo più nessuno, cosa devo fare?”; “sono qui sola con la mia amica, dove vi raggiungiamo?”; “non riesco più a camminare. Torno indietro e vi aspetto al bar, va bene?”; “mi fermo al bar a bere qualche cosa e vi raggiungo…ma dove?”;” non ricordo più dove andiamo a mangiare, mi ripete l’indirizzo?”; “sono alla fine della passerella, per andare al ristorante vado a destra o a sinistra?”. Il mio telefono squilla continuamente ma dopo aver pranzato con due ore di ritardo e all’orario concordato per il rientro  tutte/i sono davanti al pullman.

”Grazie per questa bellissima esperienza, faticosa ma meravigliosa, sono ancora immersa in  quell’ambiente stupendo di Natura e Arte, sto ancora sognando!  Vi ringrazio di cuore per tutti i momenti di vita gioiosa e ricca che mi avete regalato e che mi ha   alleggerito il  corpo e la mente.   Grazie per avermi donato  tutto questo!”. Il messaggio che una paziente ci ha inviato il giorno dopo riassume molto bene il senso dell’ultima tappa del nostro laboratorio sui viaggi ArtLab.

Realizzare dei viaggi con la presenza di un numero così elevato di malati richiede l’energia mentale ed emotiva di numerose persone. In particolare questa iniziativa è resa possibile grazie alla disponibilità di:

  • Nadia Fontana: coordinatrice di tutti i laboratori ArtLab
  • Oscar Pezzetta: guida turistica e volontario LILT
  • Pia Spinelli, Marta Cantoni, Paola Tartacca, Graziella Miglio, Marina Giani : volontarie LILT